Dopo la fiducia, la Camera approva il ddl Alfano con le nuove regolamentazioni sulle intercettazioni e il loro uso giudiziario/informativo. Protestano opposizione, Anm e giornalisti. La Camera dei deputati ha approvato, a scrutinio segreto, i l ddl Alfano sulle intercettazioni . Dopo le polemiche dei giorni scorsi e la fiducia chiesta e ottenuta dal Governo, il decreto sulle intercettazioni telefoniche e il loro utilizzo in ambito giudiziario e informativo supera un altro scoglio. D’ora in poi l e registrazioni andranno conservate in archivi segreti dalle Procure e non potranno essere utilizzate in procedimenti diversi da quelli nei quali sono state disposte (tranne per i casi di mafia e terrorismo). E’ inoltre sempre vietata la pubblicazione, anche parziale, delle intercettazioni di cui è stata ordinata la distruzione : multe salate per gli editori che violano il divieto, mentre per i giornalisti trasgressori è previsto anche l’arresto fino a 30 giorni. Le intercettazioni restano autorizzate quando vi sono evidenti indizi di colpevolezza e per i reati le cui pene superano i 5 anni. Le operazioni d’intercettazione avranno una durata massima, anche non continuativa, di 30 giorni, e in caso di fuga di notizia il magistrato responsabile è passibile di un’ammenda dai 500 ai 1032 euro. D opo il voto sono scoppiate le proteste dell’opposizione: “ ggi è morta la libertà di informazione, uccisa dall’arroganza del potere ” hanno urlato in aula deputati di Pd e Idv, mentre i giornalisti minacciano scioperi e disobbedienza civile. Dura anche la reazione dell’Associazione nazionale magistrati, che parla di “morte della giustizia penale”.
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