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15 Febbraio 2023 | Attualità

Claudym, la verità dell’autrice di “Bugia”

L’intervista di Telepress.news all’artista milanese selezionata dal network europeo KeyChange per colmare il gender gap in ambito musicale. In calendario tanti live e un album.

Mentre l’Italia (e un pezzo di mondo) si riprende dal ciclone Sanremo, Claudia Maccechini – in arte CLAUDYM – è in giro per Milano in attesa che la discografia torni al suo corso, di cui fa parte da un paio di anni anche il suo progetto. Già online il singolo Bugia; tutto verissimo invece quello che ha Claudym ha raccontato a Telepress.news

Ha seguito il festival?
Sì, ho fatto il tifo per Sethu, che è un amico e l’avevo messo caposquadra anche al Fantasanremo. Mi sono piaciuti molto Mengoni, Elodie e Madame, che seguo anche fuori dal festival… però secondo me Colapesce e Dimartino hanno una marcia in più nel loro modo di costruire le canzoni.

Come darle torto. Niente rapper e trapper, quindi?
Mi è piaciuto Lazza ma non posso dire di seguirlo.

La musica che l’ha influenzata e quella che sente più vicina?
I primi nomi che mi vengono in mente sono legati alla scena inglese fra Novanta e 2000: Blur, Gorillaz e i primi Coldplay; poi ci sono nomi italiani contemporanei come Chiello e Mahmood, e poi Madame e altre interpreti femminili, perché mi piace ascoltare voci sulle quali posso proiettarmi, anche per comprendere la loro poetica e quindi definire la mia.

E non a caso Claudym è tra le 74 artiste selezionate in 12 Paesi dall’autorevole network Keychange per partecipare al suo programma annuale di sviluppo dei talenti per tentare di colmare il gender gap in ambito musicale. Più di 800 domande arrivate al bando. Come si è sentita CLAUDYM quando ha saputo di essere stata selezionata?
Per prima cosa mi sono chiesta se stavo capendo bene quello che leggevo, visto che avevo compilato il form con la mia email, quindi ho ricevuto direttamente io la comunicazione. Il percorso è molto interessante: ci sono masterclass, giornate con altri artisti e addetti ai lavori. Cominciamo con un meeting a Bruxelles e concluderemo con una serie di live. Io sono stata selezionata per un live a Parigi, credo dopo l’estate… Non vedo l’ora!

CLAUDYM ha iniziato a cantare in inglese, ma il suo percorso è adesso in italiano. Come canterà all’estero?
Direi in inglese ma anche in italiano, perché no?

Con i Maneskin in giro è un buon momento per farlo. A proposito: i Maneskin sono partiti dalla strada. CLAUDYM come ha cominciato?
A lungo la musica è stata per me una faccenda totalmente privata, che vivevo quasi di nascosto. Ho frequentato il liceo artistico ma ho fatto Scienze Naturali all’Università… e proprio staccandomi totalmente dall’arte ho riscoperto la passione. Poi ho iniziato a lavorare con un producer ma non frequentavo altri musicisti, perché i miei amici facevano altro. Forse anche per questo, però, non mi sono fatta condizionare rispetto a quello che volevo fare davvero.

Dall’esperienza del liceo artistico rimane a CLAUDYM una grandissima abilità nel disegno (guardate su Instagram le sue miniature pazzesche) e la capacità di curare lo stile con cui si presenta al pubblico: look da tomboy, pantaloni larghi o strappati, t-shirt oversize, immancabili calzini da tennista anni Settanta e una chioma giallo acido che ha cominciato a portare qualche anno fa. Chi non si voltasse ad ascoltarla, insomma, si volterebbe sicuramente a guardarla. Come ha scelto questo colore di capelli?
Ho iniziato a cambiare look 4 o 5 anni fa: prima le decolorazioni, poi diversi colori… e infine ho trovato una youtuber russa con questo giallo pazzesco e ho deciso di provarlo. È diventato il mio marchio di fabbrica… poi, qualche mese dopo, lo ha scelto anche Billie Eilish e qualcuno pensa che io lo abbia copiato. A me comunque piace e continuo a usarlo.

Certamente colpisce e si fa ricordare. Come la sua musica (e questo alla fine è quel che conta).

di Daniela Faggion

Claudym

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