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17 Ottobre 2022 | Attualità, Brand journalism

10ª edizione DIGITALmeet. Un imponente progetto formativo, la sfida per un futuro davvero digitale

 

Presentata il 6 ottobre in Senato la decima edizione di DIGITALmeet, il più grande festival italiano sull’alfabetizzazione digitale per cittadini e imprese. 

Dal 18 al 23 ottobre un ricco palinsesto di eventi animerà questa speciale edizione del Festival con eventi, workshop, tavole rotonde che si snoderanno, in presenza e da remoto, in tutta Italia.

Alla conferenza, promossa su iniziativa di Antonio De Poli, Questore Anziano del Senato della Repubblica sono stati introdotti i principali filoni tematici del Festival: la salute e il digitale, il digitale e l’energia e digitale e quotidianità.

Presentata durante la conferenza stampa anche la ricerca

“2012-2021: dieci anni di imprese digitali in Italia”, uno studio realizzato a cura del Professor Paolo Gubitta dell’Università di Padova in collaborazione con gli analisti di InfoCamere. Lo studio ha indagato sull’evoluzione delle imprese digitali, la loro distribuzione territoriale, l’esplosione di alcune professioni. 

Sintesi di un decennio per analizzare come il digitale sta ricucendo il Paese dove il Sud nel periodo 2012 – 2022 recupera una parte del ritardo e vede il comparto cresciuto in particolare in Campania, al primo posto con +72%, seguita dalla Lombardia, con +42,7%, e al terzo posto il Lazio, con il +36%.

I lavori continuano il giorno successivo in Umbra con la redazione del Manifesto di Piediluco, un documento con le linee programmatiche per sostenere la trasformazione digitale del Paese, agendo sulla diffusione delle tecnologie e sullo sviluppo delle competenze digitali per tutte le fasce della popolazione. Una proposta da sottoporre alle attuali amministrazioni locali e al futuro governo nazionale.

Nel pomeriggio nella sede della Fondazione Carit a Terni, la tavola rotonda intitolata “I dati per governare le Smart City” dalla quale è emerso come la digital transformation, assieme ai fondi del PNRR, può trasformare i piccoli borghi e le città intermedie in luoghi appetibili per le famiglie e i giovami, dove è possibile trovare un’offerta culturale e sociale, dove è possibile sviluppare una mobilità sostenibile e quindi attrarre persone professionalmente qualificate.

 

di Sara Giudice e Serena Campione

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