Nel 2004 l’Unione Europea ha ritenuto necessario istituire una giornata per sensibilizzare sull’uso della rete dedicando la data del 11 febbraio al Safer Internet Day. Un giorno particolarmente rivolto ai giovani che ad oggi, secondo una ricerca promossa da Telefono Azzurro e Bva-Doxa, sono i più preoccupati e destabilizzati dall’uso indiscriminato dei diversi strumenti, come l’Intelligenza Artificiale.
Cosa preoccupa di più le nuove generazioni? La diffusione delle deepfake, ovvero come definisce l’enciclopedia Treccani, un filmato che presenta immagini corporee e facciali catturate in Internet, rielaborate e adattate a un contesto diverso da quello originario tramite un sofisticato algoritmo. Sono stati tanti in questo ultimo anno anche in Italia le vittime di deepfake: il Governatore della Banca d’Italia Fabio Panetta che in un video falso promuove investimenti sicuri e profittevoli; dal mondo politico sono stati presi di mira Elly Schlein, Giuseppe Conte, Giorgia Meloni e spostandosi verso lo spettacolo è noto il caso di Mara Venier falsamente affiancata da Elon Musk per promuovere un investimento truffa.
Tutto questo solo in Italia mentre non si contano all’estero specialmente oltre oceano le miriadi di deepfake che riguardano le celebrità americane.
Dalla ricerca del Telefono Azzurro emerge che il 40% degli intervistati tra i 12 e i 18 anni teme infatti che i contenuti creati dall’IA, che li raffigurano in situazioni mai avvenute, possano distruggere relazioni sociali e reputazionali. Un pericolo maggiore deriva dal successo di alcuni modelli di intelligenza artificiale, come DeepSeek, che sembrano non avere le corrette misure di prevenzione sulla produzione indiscriminata di foto e video. Un recente studio della startup di IA Anthropic mostra come il chatbot di DeepSeek abbia il 100% di possibilità di essere ingannato per forzare risposte su contenuti non sicuri e dannosi.
E poi c’è l’uso costante e continuo dei social da parte dei giovanissimi, che rappresenta un altro problema significavo. Sempre dalla survey infatti emerge come per il 63% dei ragazzi i social possono generare vere emozioni. Tra queste, invidia (24%), sentimento di diversità (21%) e inadeguatezza (19%). Eppure, c’è una mancanza di consapevolezza sui potenziali effetti negativi, che evidenzia la necessità di programmi educativi mirati. Mai come ora, serve collaborazione: “Bisogna rafforzare la governance delle piattaforme digitali per proteggere i diritti dei minori e promuovere una cooperazione internazionale che riduca le disuguaglianze”commenta Ernesto Caffo, presidente di Telefono Azzurro.
di Sara Giudice