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31 Gennaio 2023 | Disinformational

Il potere degli stereotipi e la disinformazione

“Ci sono tutti gli elementi per costruire una storia da clickbat” avrà pensato la giornalista quando la sua amica, professoressa dell’Istituto artistico Boccioni di Milano, a cena le ha raccontato la storia di Giuseppina, la collaboratrice scolastica che fa la pendolare Napoli- Milano tutti i giorni. *

In effetti questa storia stupisce in quanto concentrato di stereotipi raccontati e interpretati da persone reali che ha permesso di realizzare un perfetto acchiappa click: c’è infatti la ragazza giovane meridionale che  trova lavoro al nord nella scuola pubblica, che pur di non rinunciare al tanto desiderato posto di lavoro è disposta a molti sacrifici; c’è la situazione fuori controllo degli affitti a Milano, c’è uno stipendio basso, c’è l’attaccamento alla propria terra e alle proprie radici. Tutto questo da modo alla giornalista di creare una storia ad hoc in cui una giovane donna non potendosi permettere un affitto a Milano decide di fare una cosa appartenente assurda, ma realizzabile nella storia costruita: fare la pendolare con il freccia rossa da Napoli a Milano tutti i giorni. 

Giuseppina infatti dichiara, quindi collabora alla costruzione di questa notizia, di prendere il freccia rossa tutti i giorni alle 5.09 di mattina dalla stazione di Napoli e arrivare a Milano giusto in tempo per prendere servizio alle 10.30. Staccare alle 17 e arrivare di nuovo nella sua città natale alle 22.53.  Con un mix di abbonamenti e acquisti tempestivi riesce a contenere le spese di viaggio circa a 400 euro al mese, una cifra che a Milano non le permetterebbe neanche di affittare una stanza. 

La storia funziona, funziona alla grande, tanto che nel giro di pochissimo tempo viene ripresa da tutti i principali quotidiani italiani, finisce nelle home di tutti i siti di informazione, fai il giro sui social, con relativo accompagnamento di valanghe di insulti e giudizi spietati contro o a favore della povera ragazza tipici del nostro tempo. Tanto che Giuseppina si ritrova in un ciclone, izzato dai media e divampato sui social, che non si aspetta. Lei no, ma forse la giornalista poteva immaginarlo.

Sui social, da notare, non nelle redazioni dei principali quotidiani, iniziano ad emergere le incongruenze della notizia: dal costo falsamente ribassato dell’abbonamento del freccia rossa alle presenze reali della collaboratrice scolastica fino all’ammissione di colleghi sulla permanenza della ragazza a Milano in strutture residenziali per alcuni mesi. Tutti questi dettagli sono stati indagati da chi ha costruito la notizia? 

Ciò che colpisce maggiormente in questa storia è come sia ormai consuetudine nel mondo dell’informazione fare perno su elementi di realtà stereotipati ed estremizzarli senza verificare o preoccuparsi della verità del fatto raccontato, basta che sia un storia verosimile.  Tutta questa vicenda si base ed è stata comunicata e diffusa utilizzando l’influente potere degli stereotipi, come dimostrano i titoli degli articoli: 

Bidella pendolare tutti i giorni da Napoli: quanto costano realmente gli affitti a Milano?” Il Giorno; oppure “Il sogno italiano è un incubo: la storia della bidella pendolare” ValigiaBlu, e ancora “Giuseppina Giugliano, la bidella pendolare da Napoli a Milano: «Treno costa meno di una stanza in affitto” il Corriere del Mezzogiorno. Repubblica: “Ogni giorno in treno da Napoli a Milano e ritorno. Giuseppina Giuliano, la bidella pendolare: “Affitti troppo cari, così risparmio”. 

Dalla scelte delle parole, dalla scelta degli opposti vediamo come vengono esasperati i toni, resi surreali eppure funziona, la notizia gira e per giorni non si parla d’altro. Questo perché ci siamo assolutamente abituati a questo modo di fare informazione e anche a questo modo di ricevere le notizie. Però talvolta ci svegliamo dal coma e iniziamo a ragionare e affrontare con giudizio critico quello che ci arriva attraverso i mezzi di informazione. 

* Nel servizio andato in onda il 25 gennaio nel programma le IENE la professoressa dell’Istituto Boccioni dichiara di aver raccontato alla sua amica giornalista la storia di Giuseppina a dimostrazione del caro affitto a Milano.

di Sara Giudice

clickbait

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