Continuano le tensioni in Rcs , con i giornalisti e i dipendenti che si oppongono al piano industriale stilato dall’ad Pietro Scott Jovane e approvato dal consiglio di amministrazione in dicembre. La protesta delle firme di Corriere della Sera e Gazzetta dello Sport ha per il momento sventato la vendita dei palazzi di via Solferino, sede storica dei due quotidiani. Le redazioni hanno scioperato per due giorni, a metà marzo, per denunciare la cecità della nuova gestione, che punta a rimettere in sesto la compagnia soprattutto con il taglio di 800 posti di lavoro (molti dei quali tra i redazionali). Nell’occhio del ciclone anche la divisione Periodici : dieci testate sono in vendita e così l’assemblea dei giornalisti ha fatto una contro-proposta: in alternativa alla cessione delle riviste e ai 110 esuberi preannunciati dall’azienda, è nata l’idea (votata a larga maggioranza) di un contratto di solidarietà triennale, con riduzione massima del 20% delle ore di lavoro e prepensionamenti attivabili entro l’inizio del 2016, oltre a dimissioni incentivate. Inoltre, l’assemblea ha proposto il rilancio di alcuni magazine con l’attivazione di servizi e contenuti multimediali. Ora la parola passa, nuovamente, a Rcs.
Giornalisti Rcs, un piano per i periodici

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