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22 Giugno 2023 | Attualità

Laureati italiani, come tante auto di lusso in viaggio verso l’estero

Secondo Ivano Dionigi, presidente del consorzio AlmaLaurea, “per ogni laureato che va a lavorare fuori è come se l’Italia regalasse una Ferrari”. Ecco i risultati del XXV rapporto annuale: laureati più bravi, più occupati ma vittime dell’inflazione.

“Se calcoliamo quanto spende l’Italia per l’istruzione di ogni studente, dalle elementari all’università, capiamo facilmente perché, per ogni laureato o laureata che se ne va, è come se regalassimo un’auto di lusso al paese di destinazione. Una Ferrari chiavi in mano”. Lo ha detto Ivano Dionigi, presidente di AlmaLaurea, nel corso della conferenza stampa con cui la direttrice del consorzio interuniversitario, Marina Timoteo, ha presentato a Palermo il XXV rapporto annuale. Un rapporto pieno di buone notizie: gli studenti italiani si laureano più in fretta e con voti migliori di dieci anni fa, integrando bene al percorso di studio le esperienze extracurriculari come viaggi e lingue. Non manca però qualche rammarico: tanti bravi se ne vanno e non tornano perché all’estero vengono pagati di più.

La pandemia ha frenato i viaggi, ma non i laureati

Le esperienze di studio all’estero riconosciute dal corso di laurea coinvolgono l’8,3% dei laureati nel 2022 e scontano ancora la contrazione imposta dalle limitazioni per la pandemia. L’82,6% dei laureati che hanno maturato un’esperienza all’estero riconosciuta dal corso di laurea ha sostenuto almeno un esame convalidato al rientro in Italia, mentre il 25,1% vi ha anche preparato una parte rilevante della tesi: addirittura il 41,7% fra i laureati magistrali biennali.
Così, le esperienze di studio all’estero registrano percentuali di soddisfazione di oltre il 95% e gettano le basi per gli spostamenti futuri, quando gli studenti avranno una laurea in tasca e andranno a cercare all’estero migliori condizioni di lavoro, soprattutto a livello di retribuzione. Infatti, rispetto alla mobilità per studio/lavoro, oltre alla storica direttrice Sud-Nord che continua a caratterizzare il nostro Paese, il Rapporto AlmaLaurea rileva oramai da tempo la mobilità verso i Paesi esteri, dove il 45,3% dei laureati 2022, alla vigilia della laurea, si è dichiarato disponibile ad andare. Le famose Ferrari che regaliamo, secondo le parole di Dionigi.

Il mercato del lavoro accoglie i laureati ma fa differenze

Nel 2022 è migliorata ancora la capacità di assorbimento del mercato del lavoro, rispetto non solo al 2021, ma anche a quanto osservato negli anni precedenti la pandemia. Così si registrano i più alti livelli occupazionali dell’ultimo decennio, tra i laureati sia di primo sia di secondo livello, e ancora sia tra i neolaureati sia tra chi ha conseguito il titolo da più tempo; fanno eccezione solo i laureati di secondo livello a cinque anni dal titolo, il cui tasso di occupazione nel 2022 è comunque molto elevato e in progressivo aumento.
L’analisi di genere mostra che, a parità di ogni altra condizione, a un anno dal titolo gli uomini hanno l’11,7% di probabilità in più di essere occupati rispetto alle donne. Anche in termini di ripartizione geografica di residenza si confermano significative differenze. Quanti risiedono al Nord presentano una maggiore probabilità di essere occupati (+32,1%) rispetto a quanti risiedono nel Mezzogiorno. Inoltre, chi si sposta per motivi di studio ha il 6,0% in più di probabilità di essere occupato rispetto a chi studia nella stessa provincia di residenza.

 

Le laureate italiane sono più dei laureati, ma ancora penalizzate dal mondo del lavoro

Le laureate italiane sono più dei laureati, ma ancora penalizzate dal mondo del lavoro

 

Più pagati, più “inflazionati”

Nel 2022 migliora ancora la capacità di assorbimento del mercato del lavoro arrestata, seppure temporaneamente, dall’avvento della pandemia. Si registrano infatti elevati tassi occupazionali sia tra i laureati di primo, sia tra quelli di secondo livello (rispettivamente 75,4% e 77,1% a un anno dal conseguimento del titolo; 92,1% e 88,7% a cinque anni).
Per tutti i collettivi esaminati, nel 2022 le retribuzioni mensili nette sono risultate in calo in termini reali, cioè se si tiene conto del potere d’acquisto mutato dagli elevati livelli di inflazione, conseguenza della perdurante instabilità geopolitica.
Anche a livello di stipendio, inoltre, persistono differenze di genere nei livelli occupazionali e retributivi. A parità di altre condizioni, gli uomini percepiscono in media 70 euro netti in più al mese rispetto alle donne. Donne che pure restano complessivamente in maggioranza fra i laureati (59,7%), ma diminuiscono nel passaggio dal primo al secondo livello di studi universitari e, ancora di più, nel passaggio al dottorato, nel quale rappresentano il 49,1%.

Laureati visti a 1, 3 e 5 anni dal titolo

Il Rapporto 2023 di AlmaLaurea racconta il Profilo dei Laureati di 77 atenei, basandosi su oltre 281mila laureati del 2022, e la Condizione occupazionale dei Laureati di 78 atenei, in questo caso basandosi su circa 670mila laureati nel mercato   del lavoro che, nel 2022, avevano discusso la tesi da uno, tre e cinque anni.
Sulle dinamiche di chi si è laureato nel 2022 continuano a manifestarsi alcuni effetti dell’emergenza pandemica (meno esperienze di studio all’estero e minore fruizione di laboratori, biblioteche e sale studio) ma si evidenzia anche altro. Soprattutto, emergono migliori performance universitarie: più regolarità dei percorsi di studio (il 62,5% degli intervistati ha concluso il cursus studiorum nei tempi previsti dagli ordinamenti), un’età alla laurea sempre più bassa (25,6 anni) e voti di laurea più elevati (in media, 104,0 su 110). I laureati sono generalmente soddisfatti dell’esperienza in Ateneo: il 90,5% dei laureati si dichiara complessivamente soddisfatto per il corso di laurea scelto, il 72,6% confermerebbe la scelta compiuta sia di corso sia di ateneo e appena il 2,2% non sceglierebbe più l’università.

di Daniela Faggion

Rapporto Almalaurea 2023

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