Non ha importanza che sia la prima donna italiana negli equipaggi dell’Agenzia Spaziale Europea e la prima donna europea comandante della Stazione Spaziale Internazionale, per alcuni utenti del web Samantha Cristoforetti non esiste ed il suo personaggio è interpretato da 3 attrici diverse.
E” l’ultima trovata proveniente da Facebook, che si sa, non é esattamente fonte di informazioni attendibile, anche se secondo gli ultimi dati di dicembre 2021 dell’Osservatorio permanente CENSIS-ITAL COMMUNICATIONS 14 milioni e mezzo di italiani (il 30,1% dei 14-80enni) utilizzano Facebook per avere notizie. Tornando all’episodio la voce ha iniziato a emergere all’inizio di settembre pare da un gruppo di terrapiattisti presente sul noto social network.
Tuttavia il commento che più si è fatto notare riguarda un utente che ha espressamente confrontato delle fotografie dell’astronauta sostenendo che, nelle immagini considerate, Samantha Cristoforetti non è mai la stessa persona.
Riportiamo dai commenti: “C’è quella {si intende la fotografia) con lo spazio tra i denti ed il naso diverso dalla successiva che ha la fossetta sul mento” spiega l’utente; “rispetto a quella successiva (quando dicono che diventa mamma) che non ha più la fossetta, ma ha un’attaccatura diversa dei capelli…”. In seguito alle sue affermazioni, poi, aggiunge alcune foto dicendosi certa che “in questo collage sono tre persone diverse per qualsiasi programma uno utilizzi di biometrica”.
Al di lá dell’ insensatezza delle affermazioni, pari a quelle relative alla morte di Paul McCarthy e al finto sbarco sulla Luna registicamente diretto da Stanley Kubrick, quello che si puó osservare da questo episodio é che in poche ore la voce di un utente di Facebook diventata una notizia.
Un news che ha iniziato a rimbalzare non solo su Facebook ma anche su siti minori di informazione. Ovviamente questi portali hanno criticato o messo in luce l’irragionevolezza dei commenti, chiaramente, non si potrebbe fare diversamente. Tuttavia questo piccolo episodio apparentemente insignificante apre alcune considerazioni.
Anzitutto che ormai é modus operandi di alcuni media “pescare” commenti sui social e trasformarli in titoli di notizie che noi utenti del web prontamente clicchiamo incuriositi dall’assurdità del titolo che leggiamo. Si tratta di clickbait, certamente, ma non sarebbe possibile attirare il pubblico con notizie che non veicolino falsità, menzogne, irrealtà?
È utile questo modo di far rimbalzare commenti di chiunque sui social per raggiungere pagine che teoricamente dovrebbero servire a informare i cittadini?
Chiaramente questo commento non ha raggiunto le pagine dei primi quotidiani nazionali, ma anche questo é significativo: se voglio diffondere notizie false o veritá distorte di certo non partiró dal pesce piú grosso, ma sicuramente da spazi di informazione secondari per numero di lettori affamati di click.
di Sara Giudice