L’e-commerce decolla e i truffatori sono in agguato. Ma in quasitutti i casi la polizia postale rintraccia gli autori. Basta una denuncia.Anche i migliori a volte si distraggono. Un internauta esperto trova su eBay l’annuncio di vendita di un telefono. L’asta sta per scadere, il prezzo sembra conveniente e fa la sua puntata. Passano pochi minuti e arriva il messaggio in cui il venditore conferma l’assegnazione del telefono. Parte un intenso scambio di email sui termini di pagamento, la consegna, ecc. Il venditore accetta una ricarica su una carta PostePay. Il nostro internauta fa la sua brava coda alla posta, paga, comunica al venditore di aver fatto la transazione e quest’ultimo conferma che il giorno successivo spedirà il pacco. E poi il silenzio. Le email del nostro acquirente restano senza risposta. Il venditore svanisce nel nulla, insieme ai soldi e al desiderato telefono. Purtroppo situazioni di questo tipo capitano anche sui siti più seri. Il commercio elettronico sta crescendo anche nel nostro paese, dove piccole realtà imprenditoriali prosperano proprio grazie al web, e i truffatori si adeguano ai tempi. Spesso il cittadino non si rende conto di venire truffato perché su internet si tutela poco e manda i soldi prima di ricevere la merce – spiega Fabiola Treffiletti, commissario capo del Compartimento Polizia Postale e delle Comunicazioni per la Lombardia. La poca attenzione crea danni. Negli ultimi tempi c’è stata un’esplosione legata alle truffe su internet. Ci sono delle forme di accordo attraverso le quali il furbo di turno riesce in qualche modo a trovare gente che gli manda dei soldi o che cade in annunci di vendita fasulli. Esiste una serie di truffe variegata, ma un po’ di attenzione potrebbe arginare questi problemi.Per non cadere nelle trappole del truffatore si deve fare molta attenzione al sistema di pagamento: sì a metodi come il contrassegno, che consente di verificare l’effettivo arrivo della merce acquistata, vanno bene anche i metodi tipo PayPal di eBay che garantisce un rimborso in caso di truffa, bene anche il bonifico bancario che dà una garanzia di rintracciabilità. Da evitare i trasferimenti di denaro e le carte ricaricabili tipo PostePay, non perché non siano sicure – afferma Treffiletti -, lo sono se si seguono determinate regole, ma capita che gli addetti degli uffici postali non chiedano i documenti al momento di emetterla e in questo caso non abbiamo la possibilità di rintracciare l’utente. La buona notizia è che sta diventando sempre più facile arrivare al truffatore. Il primo passo è fare una denuncia. Il procedimento è reso più rapido dal Commissariato di P.S. online dove è possibile avviare il procedimento, inserendo i propri dati, quelli del venditore, ecc. La denuncia online deve essere ratificata di persona negli uffici della Polizia Postale.La polizia agisce su due fronti: sul lato informatico cerca di risalire alla persona che ha effettuato il collegamento. In questo caso serve un provvedimento dell’autorità giudiziaria per l’acquisizione dell’equivalente del tabulato telefonico, il file di log – dice Treffiletti -. Noi seguiamo questa catena e risaliamo alla linea telefonica dalla quale è stato fatto il collegamento. L’altra strada è quella dei soldi che il truffatore ha ritirato. Inoltre, su un sito come eBay, l’utente deve registrarsi e anche se i dati inseriti non sono reali ho l’utenza telefonica da cui ha effettuato il collegamento che resta registrata. Internet però non ha confini e questo ha fatto sorgere non pochi problemi. La polizia italiana può fare accertamenti con un provvedimento della magistratura all’interno del territorio italiano con facilità. Ora su internet si ha spesso a che fare con venditori all’estero e quando la truffa riguarda più stati nascono i guai. Diventa un problema di coordinamento fra organi di polizia e magistrature diverse. Per una serie di dati occorrono delle rogatorie internazionali. In Italia la truffa è un reato perseguibile a querela di parte. Nel caso di un soggetto straniero truffato da un soggetto italiano per la legge italiana occorre una querela e deve essere avviata una rogatoria. Quando parliamo di cifre alte ha un senso, ma se parliamo di cifre piccole normalmente la magistratura italiana non fa rogatorie perché ci sono dei costi elevati.Durante una transazione spesso avviene uno scambio di messaggi di posta elettronica fra acquirente e venditore. Noi consigliamo di conservare tutti i messaggi di posta elettronica comprensivi dell’header, cioè l’intestazione, dalla quale traiamo l’indicazione per risalire all’utenza telefonica adoperata – afferma Treffiletti -. Questo è l’altro accertamento informatico, oltre ai dati di registrazione dei portali di vendita. Quando l’utente viene a fare una querela deve avere tutti i dati di registrazione, gli annunci di vendita postati, vari messaggi di posta scambiati, le indicazioni sul pagamento effettuato, i nominativi con cui ha parlato. Anche se si tratta di dati fittizi possono sempre servire. Spesso è un soggetto che fa più truffe con lo stesso nominativo. Nel caso di eBay noi riusciamo a ottenere tutta una serie di dati pregressi che loro conservano. Abbiamo così un quadro completo. Un truffatore però potrebbe cercare di coprirsi le spalle utilizzando un collegamento da un internet point. Anche in questo caso le porte si stanno chiudendo. Il decreto Pisanu dello scorso anno prevede l’obbligo di tenere la registrazione di utenti che fanno collegamenti negli internet point o call center. Se ho la registrazione del file di log e l’indicazione su un documento, l’identificazione è certa. Chi fa queste truffe, di solito non ha grandi tecniche informatiche e in situazioni canoniche, nel circuito italiano, gli utenti si riescono a rintracciare almeno al 90%. Non esiste un identikit del truffatore online: C’è sia chi ha precedenti di truffa, sia il ragazzino che trova un mezzo per fare qualche soldo. Si tratta per lo più di persone giovani, fra i 15 e i 40 anni, non un vero e proprio criminale. Abbiamo fatto perquisizioni anche presso persone di ceti medio alti. Gli oggetti più a rischio truffa sono quelli legati alla tecnologia come cellulari, palmari e tv al plasma. L’utente italiano si fa attirare dal prezzo basso ed è disposto a rischiare. Bisogna far passare il messaggio che occorre osservare alcune cautele e usare metodi di pagamenti sicuri. Per quanto riguarda la lotta agli illeciti legati al commercio elettronico, la Polizia Postale nel 2005 ha arrestato quattordici persone contro le quarantasette del 2004, ne sono state denunciate 566 (230 nel 2004) e sono state effettuate 103 perquisizioni (97 nel 2004). I siti monitorati sono stati 7.431 contro i 4.546 del 2004. Simona Montella
TRACCE INDELEBILI SULLA RETE
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